Violentata, resa prigioniera, fatta abortire: i Carabinieri hanno liberato una donna, ad Acate

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È una storia raccapricciante e di violenze inaudite, simile, purtroppo, a quella di numerose altre donne sfruttate e violentate nel silenzio delle aziende agricole, quella scoperta dai Carabinieri della compagnia di Ragusa, che hanno liberato una rumena di 45 anni dalla prigionia in cui l’aveva costretta il suo aguzzino, un imprenditore vittoriese di 67 anni (di cui omettiamo il nome per esclusiva tutela della privacy della  vittima) finito in manette con l’accusa di sequestro di persona aggravato e violenza sessuale continuata aggravata.

L’incubo della povera donna è durato 9 anni
. Tutto era iniziato, infatti, nel 2006, quando, da poco giunta in Italia, aveva trovato lavoro, in una delle migliaia di aziende agricole della provincia di Ragusa. Con 6 figli da mantenere rimasti in Romania, la donna credeva probabilmente di aver così risolto le proprie difficoltà economiche. Non poteva certamente immaginare come sarebbe cambiato, nel volgere di breve tempo, il comportamento del suo datore di lavoro diventato, in poche settimane, un vero padrone, autoritario, prevaricatore e violento.

L’uomo è perfino arrivato a controllare gli spostamenti della donna e, alla fine, le ha impedito di uscire da sola. Da lì, il passo, drammatico e scabroso, verso la violenza sessuale, è stato fin troppo breve e il vittoriese, ad un certo punto, non si è più preoccupato nemmeno del fatto che la moglie e il figlio lo potessero scoprire. Violenza e orrore senza fine. La povera donna è rimasta incinta, e per quattro volte ha dovuto abortire, da sola.

Per anni ha sopportato in silenzio, per paura di perdere il lavoro e di non riuscire più a sostenere economicamente i figli rimasti a casa e quando, finalmente, ha trovato la forza di fuggire, è iniziata la persecuzione. Ma è durata poco. Il 67enne l’ha trovata e ricondotta con sé, ad Acate.
Così, dopo una brevissima interruzione, l’incubo è ricominciato, se possibile con maggior violenza. Fino a stamattina, quando i militari, che da tempo indagavano ed erano a conoscenza della sua storia, (l’avevano, infatti, anche affidata alle cure del centro antiviolenza dell’associazione Donne a Sud di Vittoria) hanno scritto la parola fine.

L’aguzzino è stato prelevato dalla sua abitazione, cui è annessa l’azienda, ed è stato condotto presso il Comando Provinciale di Ragusa. E’ stato arrestato e trasferito nel Carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria
. Il provvedimento, emesso dal G.I.P. Andrea REALE, è scaturito, infatti, dalla serrata attività investigativa condotta – sotto la direzione del Sostituto Procuratore Valentina BOTTI e la supervisione del Procuratore Capo Carmelo PETRALIA – dai Carabinieri della Stazione di Ragusa Ibla e del Nucleo Operativo della Compagnia di Ragusa, con la collaborazione dei colleghi della Compagnia di Vittoria.