PD, ossia “Partito delle Divisioni”. A Ragusa è bufera sull’elezione di Gianni Battaglia

1
PD

Il Pd si conferma il “Partito delle Divisioni”.

Tre circoli, la necessità di un segretario cittadino condiviso da tutte le componenti, l’elezione con i voti di un solo circolo. Un copione che, cambiando qualche dettaglio, sembra ormai da manuale in casa del partito di Matteo Renzi. E così, dopo gli scontri a livello provinciale, anche per il partito cittadino del capoluogo si apre un’ulteriore fase di lacerazione.

Gianni Battaglia è stato eletto con 74 voti: eccezion fatta per Elio Accardi (del terzo circolo, ma in chiara sofferenza nei confronti della guida di Francone), l’ex parlamentare ha ottenuto soltanto i voti del secondo circolo, quello di cui è espressione. Gli altri avevano già fatto sapere che non avrebbero partecipato, e le ‘mosse’ per la leadership – l’ingresso di Nello Dipasquale non poteva essere senza ‘conseguenze’ in questo senso – erano ben note. Un tentativo di rinviare in extremis la votazione, con una nota del segretario provinciale Giovanni Denaro, è stata ‘respinta’ al mittente dall’assemblea di ieri, prima del voto sull’unica candidatura, quella di Battaglia.

E ieri pomeriggio si è andati al voto. L’ovazione per Battaglia, in quel contesto, era scontata. Al netto delle considerazioni sul fatto che l’ex parlamentare abbia competenza ed esperienza, i conti occorrerà farli sul suo ruolo. Eletto, ma non legittimato nei fatti: sembra la storia già vista con l’elezione di Denaro. E proprio il deputato regionale Nello Dipasquale dice chiaramente: “Le elezioni di ieri sono sbagliate nella forma e nella sostanza. Dovevano rappresentare la sintesi dei tre circoli, invece non si è tenuto conto di coinvolgere gli altri due circoli. Attraverso una forzatura si è arrivati all’elezione. Quello che è stato fatto ieri non lo riconosciamo. Non raggiunge l’unità, non è la sintesi dei tre circoli e quindi rimarrà tutto come prima. Tutto possiamo fare tranne che riconoscerlo come segretario cittadino. E andremo avanti per la nostra strada”.

Battaglia aveva già messo le mani avanti un istante dopo l’elezione, perché la reazione degli altri due circoli appariva scontata. “Ho accettato la candidatura proposta dal secondo circolo perchè la città ha bisogno del Partito Democratico. E di certo non possono essere le azioni contrarie dell’onorevole Nello Dipasquale a bloccare il processo dell’unione comunale iniziate con l’assemblea provinciale del 23 aprile scorso. Adesso mi aspetto tutti i ricorsi possibili ed immaginabili. Ma noi siamo qui. Abbiamo le spalle larghe e vogliamo lavorare per il bene del partito”.

Contro Dipasquale si era scagliato il segretario del secondo circolo, Mimmo Barone. Commentando il voto ha detto: “Una maggioranza assoluta, che politicamente ha respinto gli attacchi dell’ultimo arrivato in casa Pd con una tessera on-line, ovvero il deputato regionale Dipasquale”.

Sul voto di ieri interviene anche il consigliere comunale Giorgio Massari, del terzo circolo ma anche lui – come Accardi – da tempo critico nei confronti del suo segretario di circolo. “Alla votazione di ieri – spiega Massari – non ho partecipato perché fuori sede. Sicuramente si tratta di una personalità di rilievo, ma rimangono tutte le perplessità che ho più volte avanzato. Se la forma regolamentare è stata rispettata, in realtà manca una rappresentatività ampia: era necessaria una sintesi politica con le tre articolazioni che dovevano arrivare a una sintesi”.

Il segretario provinciale Giovanni Denaro afferma: ”Noi avevamo chiesto di fermarsi avendo dinanzi un quadro politico che non si riusciva a comporre in modo unitario. Abbiamo gestito la questione insieme al segretario regionale, il quale mi aveva inviato una nota in cui mi chiedeva di sospendere l’elezione. Ho provveduto in tal senso anche perché mi sembrava la cosa più giusta. Una sospensione di qualche giorno, non di chissà quanto tempo, proprio per ricomporre il quadro politico”. E ora? “Qualcuno dice che l’elezione non è legittima, io ora non mi metto qui a spulciare il regolamento. E’ chiaro, però, che con il segretario regionale valuteremo la questione. Il Partito ha delle regole e gli strumenti che ci permettono di sbloccare questa situazione nell’ottica di una ricomposizione unitaria”. E una battuta finale: “Ragusa città non rende la vita facile ai segretari provinciali, ma questo da cinque anni a questa parte”.

Pure il segretario del secondo circolo, Tony Francone, interviene: “Ieri i delegati del secondo circolo, tra l’altro neanche tutti, e pochissimi altri, con l’assenza di una regolare commissione elettorale o commissione di garanzia, preposta a controllare ma anche a ufficializzare il percorso assembleare, hanno tenuto la prima assemblea dell’Unione comunale, nonostante non vi fossero le condizioni politiche e nonostante la stessa Unione, convocata dal segretario provinciale, fosse stata dallo stesso sospesa e rinviata. Dato ancor più sorprendente è che questa assemblea, sconfessata dal livello provinciale e regionale, politicamente monca, avrebbe ‘eletto’ il segretario cittadino”. E aggiunge: “Le responsabilità politiche di questa finta assemblea di ieri dovrà assumersele chi ha voluto lavorare per dividere e non chi ha tentato di tutto per costruire percorsi virtuosi di partecipazione, di condivisione e di aggregazione. Certo che oggi questa elezione, svoltasi durante un’assemblea sospesa dal segretario provinciale e regionale, rappresenta un altro tassello di disunità che non aiuta il Pd. Risulta poco credibile pensare che a reggere il Pd possa essere colui il quale è stato protagonista delle più grosse divisioni della storia del centrosinistra ragusano e ibleo. Ma poi ci chiediamo ancora: chi ha certificato questi 74 delegati? Nessun organismo ufficiale. E il dato politico è che anche alcuni del secondo circolo non avrebbero preso parte all’assemblea”. E conclude: “Chi ritiene o reputa, impropriamente, di avere vinto – continua Francone – si assumerà la responsabilità politica di avere tolto la possibilità di coinvolgere la gran parte dei tesserati, la gran parte del partito, la parte largamente maggioritaria del partito”.