Medici Senza Frontiere lascia Pozzallo: “Centro di accoglienza inadeguato”

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L’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere ha annunciato che lascia il Centro di prima accoglienza e soccorso di Pozzallo e dunque si avvia alla chiusura del progetto di supporto psicologico nei Centri di Accoglienza Straordinaria della Provincia di Ragusa.

Non ci sono le garanzie minime per una collaborazione efficace sottolinea l’Associazione in una nota, rinnovando poi “il proprio appello alle autorità italiane affinché sviluppino risposte concrete e di lungo termine: i bisogni delle persone più vulnerabili devono essere la priorità“.

Nonostante le nostre richieste, le condizioni precarie e poco dignitose in cui vengono accolti migranti e rifugiati appena sbarcati, quali sovraffollamento, scarsa informazione legale e tutela dei diritti, rischiano di rimanere la realtà del futuro“, dichiara Stefano Di Carlo, capo missione dei ‘Medici senza frontiere’ in Italia.

In queste condizioni, la nostra capacità di offrire una risposta efficace ai bisogni medici e psicologici delle persone vulnerabili, come le donne gravide, i minori e le vittime di tortura, accolti nel centro di Pozzallo e nei centri di accoglienza di Ragusa è estremamente limitata“, sottolinea inoltre Di Carlo.

Nell’ultimo anno, circa 15.000 persone sono sbarcate nel porto di Pozzallo, dove l’equipe medica di MSF, ha supportato l’Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa per attività di screening sanitario al momento dell’arrivo degli ospiti e servizio medico h24 all’interno del Centro di prima accoglienza e soccorso di Pozzallo.

Sempre meno attenzione viene data alla protezione delle persone più vulnerabili che arrivano provate dal lungo viaggio. Durante lo sbarco e la prima accoglienza, l’aspetto medico-umanitario deve avere la priorità e il benessere psico-fisico delle persone deve essere assicurato“, sottolinea Federica Zamatto, responsabile medico per MSF dei programmi sulla migrazione. “Proprio mentre il centro di Pozzallo si appresta a diventare un hotspot, siamo estremamente preoccupati che si trasformi nel modello della prima accoglienza in Italia, un modello che riteniamo del tutto inadeguato“, conclude la Zamatto.

MSF continuerà le sue attività di supporto a rifugiati e migranti in Italia in vari progetti a Trapani, Catania, Roma e Gorizia.