Ospedale, Piccitto: “Obiettivo resta l’apertura”. Insieme ‘attacca’ Dipasquale

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Un'immagine del sopralluogo di lunedì pomeriggio

Il Sindaco Federico Piccitto interviene in merito alla mancata apertura del nuovo ospedale “Giovanni Paolo II” di Ragusa e dichiara: 

“Chiunque ama questa città, prima ancora di rappresentarla, non può che essere arrabbiato, deluso e ferito personalmente per quanto sta accadendo. Da tempo, per vari motivi, sono costretto a seguire i piani aziendali regionali, cambiati un giorno sì e l’altro pure (con lo stesso comune denominatore: penalizzare la Città di Ragusa), o addirittura, anche di recente, inseguire i trasferimenti improvvisi di reparti in altre città (e bloccarli). Ma quanto è accaduto nelle ultime settimane ha dell’incredibile, e per varie ragioni ritengo che questa volta si sia passato il segno. Quando per la prima volta chiesi, ormai oltre dieci giorni fa, chiarimenti sul cronoprogramma del trasferimento del nuovo ospedale alla direzione generale dell’Asp 7, e quando dissi chiaramente che bisognava avere il quadro chiaro della situazione, avevo una idea precisa di quello che era necessario, opportuno e giusto fare.

Il nuovo ospedale andava aperto, ma garantendo in tempi rapidi la piena operatività e nel massimo rispetto delle normative. Preoccupazioni e dubbi, che non potevano, e non dovevano, distogliere dall’obiettivo: aprire il nuovo ospedale e farlo bene. La risposta, peraltro tardiva e dopo non poche sollecitazioni, era stata, alla fine, chiara: bastano pochi giorni, i disagi saranno limitati, le emergenze ridotte, le problematiche legate a normali adempimenti amministrativi. Ottenute le rassicurazioni, come avrebbe fatto chiunque, ho voluto verificare di persona e controllare la struttura da cima a fondo.

Ho potuto constatare da vicino come qualsiasi struttura, per quanto bella come il nuovo ospedale, sarebbe rimasta una scatola vuota senza l’impegno, la passione e la dedizione che il personale dell’ASP aveva messo nel tentativo di concludere positivamente i trasferimenti e rendere il nuovo ospedale pienamente operativo. Subito dopo, l’assurdo: prima la mancata conferma dell’attuale direttore generale, in una situazione ancora irrisolta, da parte di una Regione che quando decide di governare, soprattutto sulla sanità, lo fa solo per distruggere e non per costruire. Poi, la proroga dello stesso direttore, non si capisce su quali basi giuridiche, solo per occuparsi dell’apertura. E nel frattempo, l’iter amministrativo non completato, nuove indagini, nuovi sequestri, la decisione di tornare indietro, in una struttura che lo stesso manager ha definito obsoleta. Perché non intervenire direttamente, potrebbe chiedersi qualcuno? L’ho fatto, da subito, pretendendo risposte puntuali, chiedendo informazioni, offrendo il mio contributo e la collaborazione diretta del Comune di Ragusa. Fare altro, e ne sono ben consapevole, avrebbe condannato l’ospedale nuovo a non aprire mai più. Ed io questo non lo voglio, perché so quanto vale e quanto impegno c’è stato per arrivare a un risultato. A questo proposito incontrerò ancora, la prossima settimana, il personale medico e non che, ogni giorno, si è impegnato per raggiungere un obiettivo così importante per la nostra città. Qualcun altro questo obiettivo, non sappiamo ancora per quale motivo (o forse lo sappiamo benissimo) ha voluto, invece, prima farlo osservare da vicino e poi allontanarlo inesorabilmente, per un misto di ignavia ed inefficienza che, purtroppo, in questa Regione, è una costante.

Per fortuna, in questa terra, esistono autorità competenti capaci di svolgere al meglio il proprio lavoro e garantire la sicurezza di tutti. Dalle ultime informazioni sembra che la direzione generale stia valutando il ripristino della situazione ex ante, con la riattivazione dell’ospedale Civile e dei reparti del Paternò Arezzo che la direzione intendeva trasferire. Se si sceglierà questa soluzione, vigilerò, come ho sempre fatto finora, perché il ripristino sia totale, perché siano assicurate le condizioni precedenti, senza eccezioni, e perché la salute dei cittadini non sia messa in pericolo. Alla fine di tutto questo, però, resta l’obiettivo: aprire il nuovo ospedale, renderlo operativo il più presto possibile.

Ieri pomeriggio abbiamo appreso che la strada si allunga, per i motivi che purtroppo abbiamo citato prima. Ma l’obiettivo resta lì. E noi, come città, faremo di tutto per raggiungerlo. Chi ha voluto giocare sulla sanità e sui cittadini, si renderà presto conto che ha sbagliato indirizzo”.

Questa la nota di ‘Insieme’: 

La misura è colma!!!!

Adesso basta. Si faccia chiarezza su  questa squallida vicenda relativa all’apertura del nuovo ospedale. La città di Ragusa è priva, oggi, di un presidio ospedaliero pronto a fornire soluzioni adeguate non solo alle emergenze ma anche purtroppo alle situazioni ordinarie.

Avevamo nei giorni scorsi, confortati anche dalle prese di posizioni ufficiali rese dall’ASP di Ragusa, esortato il dr. Arico’ ad andare avanti senza tentennamenti con la massima attenzione e nel rispetto delle procedure di legge. Ogni giorno che passa, però, ci riserva nuove sorprese.

Siamo passati da due piccole stanze messe a disposizione alla Guardia di Finanza per conservare alcuni documenti al sequestro preventivo di due sale operatorie, della sala parto della terapia intensiva cardiologica e della rianimazione. Perché ” le unità di trattamento aria richiedono settaggi ed accorgimenti che non sono ritenuti di sufficiente garanzia per l’uso continuativo”.

Si fa a gara in questi giorni per attribuirsi i meriti di quanto fatto senza, invece, pensare ai demeriti che sono eppure tanti.

L’on. Dipasquale, dopo avere abbandonato la città per soddisfare le sue personali ambizioni e aver fatto di tutto per consegnarla al movimento cinque stelle che ha dimostrato, tra l’altro, tutta la sua inadeguatezza nel governare il territorio, prova a farsi perdonare il suo manifesto disinteresse nei confronti della città, nell’ultimo scorcio della sua esperienza parlamentare, ancora una volta provando a prendere in giro Ragusa e i Ragusani.

In questi giorni ha voluto evidenziare alla città che il risultato di oggi è frutto della sinergia e dell’assoluta determinazione del proprio manager di riferimento congiuntamente alla propria azione e a quella dell’onorevole Digiacomo.

La verità, purtroppo è un altra ed è sotto gli occhi di tutti. Oggi viviamo una situazione paradossale, di disagio assoluto in merito alla questione più importante che è quella della salute pubblica e occorre dare soluzione al problema immediatamente.

Intervenga con autorevolezza davvero il Sindaco come massima autorità sanitaria, il Prefetto, la deputazione, l’autorità giudiziaria e chiunque abbia titolo perché a questo scempio venga messa la parola fine. Si faccia tutto nel rispetto assoluto delle norme e a garanzia della salute di tutti ma si faccia presto.

Oggi i disagi dei pazienti, sopiti ieri perché magari speranzosi di ricevere un servizio migliore, sono in procinto di trasformarsi in ribellione.

E questo davvero non si può sopportare, ne tantomeno si deve permettere!

Noi esigiamo, come semplici cittadini e come rappresentanti delle istituzioni, una data certa sull’apertura del nuovo ospedale.

Non siamo disposti ad attendere oltre”.