Perché il Pd siciliano ha chiuso la sede regionale

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Le casse democratiche siciliane sono vuote. E  in Sicilia chiude la sede regionale del Pd (come scrive Repubblica.it). Da oggi tutto il personale in servizio al Partito Democratico regionale, nei locali di via Bentivegna a Palermo, è in cassa integrazione.

Il provvedimento per il personale è a zero ore per 12 mesi, fino al 15 giugno del 2015. Riguarda otto amministrativi (6 impiegati, un coordinatore dell’ufficio e un responsabile), 2 giornalisti, 2 autisti e 1 addetto alle pulizie. In base alle verifiche in corso sui conti e sui versamenti non ancora in cassa, il tesoriere, Tuccio D’Alessandro, presenterà un’eventuale proposta di reintegro di parte del personale, con una rotazione della cassa integrazione. La proposta dovrà tuttavia essere oggetto di trattativa tra le parti.

Tutto quello che riguarda la parte amministrativa e operativa, compresa la comunicazione del partito regionale, al momento è ferma e non si sa quando riprenderà. Gli uffici comunque possono essere utilizzati dai politici che dispongono delle chiavi per organizzare riunioni.

La nuova segreteria guidata da Fausto Raciti, quando si è insediata a febbraio, ha trovato in cassa poco più di settantamila euro. Una cifra sufficiente appena a pagare un mese di stipendio. Il budget mensile per il personale è di circa 45 mila euro. Le casse vuote, come spiega il tesoriere Salvatore Alessandro nella lettera in cui comunica ai sindacati l’avvio della procedura di licenziamento (passo necessario per arrivare alla cassa integrazione), sono figlie dell’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e dalla difficoltà a riscuotere un credito da mezzo milione vantato nei confronti degli eletti e dei nominati, obbligati per regolamento a versare in media il 15 per cento dei loro emolumenti.

Fra i casi più discussi in questo senso, quello del senatore Corradino Mineo che, invitato a versare un contributo di solidarietà da 25 mila euro per essere stato candidato in posizione utile alle Politiche del 2013, ha formalmente rifiutato: E io dovrei pagare per essere stato inserito in lista in posizione utile? Non si compra un seggio”.