Ciccio Sultano ammalia gli studenti del “Fermi” di Ragusa

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Domande a raffica da parte degli studenti per sapere quale l’iter da seguire per diventare chef; che cosa solo le stelle Michelin e quale importanza hanno nella carriera di un cuoco; come nasce un piatto e in che modo si segna la tendenza di un ristorante.

Chi non si rivolge ai giovani non ha capito niente. – così ha esordito Ciccio Sultano, dinnanzi l’attento auditorium del ‘Fermi’ – A voi bisogna rivolgere l’attenzione dovuta e richiesta. E così comincio a dire che per diventare chef ci vuole disciplina e non bisogna mai abbandonare i libri. Completato un percorso se ne può intraprendere un altro guardando in modo ottimistico e dando un valore al proprio impegno. Fra tutti, l’impegno di cui facevo cenno può essere anche rappresentato dal raggiungimento delle stelle Michelin. Avere la seconda stella in Sicilia è complesso. Fare una ristorazione di qualità qui da noi a tutti sembrava impossibile quando ho iniziato questo percorso. Eppure le due stelle sono arrivate, ma soprattutto abbiamo messo in moto un meccanismo virtuoso anche di incoming turistico strettamente collegato all’offerta enogastronomica. Rispetto a questa, ogni giorno ci rendiamo conto che la comunicazione è fondamentale. Oggi, come ieri, avere la possibilità di interloquire con giornalisti di testate locali ed estere, e vedere poi le pubblicazioni su prodotti editoriali di alto profilo, continua ad emozionare…e non ci si abitua mai”.
Ciccio Sultano, oltre a rispondere alle domande degli studenti, li ha catapultati nel suo mondo, cercando di spiegar loro che un piatto nasce da tante possibili combinazioni, e risulta ‘finito’ quando tutti gli elementi sono al posto giusto, dunque, sapidità, croccantezza, dolcezza, gusto… insomma il palato, lo sguardo, il tatto devono gioire all’unisono. Affinché tutte queste parole potessero avere maggiore concretezza, Sultano ha fatto proiettare i filmati di alcune sue ricette, tra cui ‘polpo al carbone’, piccione e ostriche’ e ‘pasta con i ricci’ e il progetto più ampio denominato
‘ mangiare in dialetto’ spiegando nel dettaglio cosa oggi rappresenta il coscosiddetto cibo di strada.

“Lo studio – ha concluso lo chef stellato – è la porta della vostra vita e tra i progetti che dovete mettere in conto di realizzare c’è quello di non mollare anche nei momenti di fragilità aziendale e personale”.