Robustelli e Cascone interpretano Carmelo Bene al DonnaFugata Film Fest

2

E’ stata la sala bianca del Donnafugata Film Fest ad ospitare ieri sera l’attesa performance firmata da Giovanni Robustelli e da Vincenzo Cascone denominata “AL MACERO – immagini in esaurimento” che trae ispirazione dal lungometraggio di Carmelo Bene “Nostra Signora dei Turchi” del 1968.

foto 4 Al MaceroDue espressioni artistiche, video e pittura, si sono integrate e fuse insieme dando vita a uno spettacolo inedito e ad un’opera di altissimo contenuto prima di tutto emozionale. Tantissimi gli spettatori che non hanno voluto mancare all’evento che non prevedeva alcuna scaletta, ma un lavoro in divenire in una alternanza tra immagini e buio, tra silenzi e musica anche elettronica, tra stasi e azione in un crescendo di adrenalina che ha coinvolto entrambi gli autori, profondi conoscitori dell’opera e del genio creativo di Carmelo Bene.

E’ stato un solenne omaggio ad un genio, una performance che non ha mancato di suscitare stupore ed incanto in una concretizzazione di dinamiche che sin quando non sono state messe in atto, se ne sconosceva l’entità e l’identità.

Ciò che a monte Robustelli e Cascone hanno stabilito sono state le sequenze da trasmettere tratte dal lungometraggio ‘Nostra Signora dei Turchi’, il resto è stato improvvisazione.

Sulla tela, a luci spente, Robustelli ha iniziato ad assimilare e a ‘subire’ le proiezioni di Cascone, immagini volutamente stravolte, a volte rallentate in altri casi velocizzate, virate in un colore dominante che mutava di volta in volta.

A dominare il silenzio spesso vi era l’audio alcune volte volutamente fuori sincro, alternato a fusioni musicali con brani di musica elettronica.

foto 3 Al MaceroPer tutti e sessanta i minuti in cui è durata la performance – spiega Giovanni Robustelli – mi sono trovato ad inseguire le immagini attraverso segni pittorici e grafici. La tela in modo progressivo, e in alcuni momenti scomposto, si è cominciata a riempire di colori e segni, fondendosi in maniera inaspettata e suggestiva con il video. Una magia ha preso forma, dettata da una pittura vibrata che mutava a seconda delle proiezioni che si rincorrevano sulla tela e rimanendo incastonate in colori e forme che hanno dato vita all’opera. E’ stato – ha concluso Robustelli – un lungo momento in cui ha avuto vita l’epifania visiva che si trincerava dietro immagini, colori e forme apparentemente slegate tra loro, per arrivare alla profondità che ciascuno dei presenti ha vissuto, me compreso, nel momento stesso in cui abbiamo guardato la tela con altri occhi. E’ stato un esperimento che è riuscito perfettamente, non solo nell’opera che ne è venuta fuori, ma nel processo che ciascuno dei presenti ha compiuto, immergendosi nel divenire”.

Tanto Robustelli quanto Vincenzo Cascone, entrambi profondi conoscitori e studiosi dell’opera di Carmelo Bene, volevano avvicinarsi allo spirito del grande attore, poeta e regista italiano che ha sempre sostenuto: “E’ decorazione l’arte, è volontà di esprimersi”.

Volevamo – hanno dichiarato all’unisono Robustelli e Cascone – avvicinarci allo spirito di Carmelo Bene. Possiamo affermare di averlo onorato con soddisfazione, anche se con fatica e apprensione, perché quando si ha a che fare con un genio, tutto quello che rimane da fare è constatarne la bellezza”.